STORIA

Limosano è un tranquillo paese del Molise, quasi alle porte di Campobasso, è situato a circa 600 metri sul livello del mare. In passato era vedetta su importanti strade: Traiana, Frentana, Latina. Proprio nel territorio limosanese vi era il ponte che congiungeva la via Traiana - Frentana alla Latina. Alcuni vogliono rinvenire l'etimologia del suo nome in " Limen - Samni", che significa "LIMO - SANO" altri in "Limus Satus" cioè "Limo Fecondo". È da ricordare che Limosano è chiamata "Masanum" nelle più antiche scritture: "u Musano" nel dialetto locale. Si ritiene che l’abitato di Limosano sia molto anteriore al X secolo. Il nucleo più antico sorge sulla parte centrale di una collina tufacea, mentre la zona più recente si è sviluppata ai piedi del palazzo ducale che si erge sopra un enorme ed irraggiungibile rupe con strapiombi incredibili. Il centro storico, con la chiesa e l’intrigo insediativo arroccato intorno, testimonia il tipico modello medioevale. Nel contesto, particolare importanza assumono le porte di accesso in Via Cavour e in Via Borgo. Lo stemma locale raffigura una torre alla cui sommità convergono tre comete, simboleggianti la triade S.Angelo Limosano, Limosano e Ripalimosani. Limosano fu sotto la dipendenza del Castaldato di Bojano nei tempi longobardi, e più tardi della contea di Molise. Una delle prime famiglie fondatrici risale all'inizio del dominio Normanno allorché si ha notizia di un tal Roberto Figliolo di Tristano signore di Limosano che insieme a Giovanni Vescovo di Trivento donarono nel 1109 una chiesa sotto il titolo di Santa Illuminata al Monastero di Cassino. In seguito, ne era signore Manfredi Marchisio. All'avvento di Carlo I d'Angiò, il paese fu dato in feudo alla stirpe dei conti di Renan, della Franca Contea. Rodolfo figlio di Giovanni ne era il titolare e nel 1296 vendette il feudo per 80 once. Dalla fine del secolo XIII a tutto quasi il secolo successivo, non si hanno più notizie sulla storia feudale di Limonano tranne che il feudo è stato di proprietà della famiglia Stendardo, Galuccio, Acquaviva. Nello scorcio del secolo XIV, di Limosano era titolare Riccardo Aldomoresco; che nel 1417 vendette il feudo al conte di Campobasso Guglielmo di Gambatesa. Nel 1450 Limosano fu concesso a Francesco Pandone, Conte di Venafro e di Bojano. Nel 1471 divenne feudo di Giovanni d'Alagno. Limosano passò, in seguito a feudo di Piscicella dei Piscicelli. Nel 1495 divenne feudo d'Andrea di Capua Conte di Termoli sino al 1526 anno in cui la vendette a Gennaro di Capua. Dal 1676 al 1715 Limosano fu dominio della famiglia di Grazia. Nel 1715 il feudo fu messo nuovamente all'asta. Esso fu acquistato dai Ceva Grimaldi marchesi di Pietracatella; dai quali passò, in ultimo, alla famiglia Venere (1806) all'indomani dell'abolizione della feudalità. Come tutte le piccole realtà centro-meridionali, ha subito massicciamente il fenomeno dell’emigrazione, scendendo dai 2.500 abitanti nel 1965 ad una popolazione attuale di circa un migliaio di residenti stabili.
 
Cosa vedere:
 
Il palazzo Marchesale di epoca medievale, posto sopra una rupe, era la casa dei nobili, adiacente la chiesa di Santo Stefano Protomartire, costituisce un buon esempio di architettura dell'ultimo scorcio del secolo XIII. Per alcuni elementi come il portale e la bifora della sacrestia è associabile al medio Molise.
 
Restaurata e riconsacrata nel 1626 dall'Arcivescovo Orsini, la chiesa di S. Maria Maggiore (XII secolo, al tempo della sede vescovile, Cattedrale); è affiancata dal campanile romanico, che raggiunge un'altezza di 16 metri mentre il portale ha elementi e sculture settecentesche. Si ricorda in particolare la cripta, chiusa da una pietra, che conserva mummie scheletriche appartenenti forse a vescovi dell'epoca. Complesso architettonico notevole è la chiesa di San Francesco d'Assisi, (XIII secolo) annessa al monastero dei Conventuali. Di pregevole, la chiesa presenta all'interno cinque medaglioni su tela datati 1778 dipinti da Vincenzo Rossi. Il coro in noce ricco di tarsie, due confessionali anche in noce scolpiti entrambi databili al '600. Importante e suggestivo è il chiostro del convento dei monaci, restaurato nel 2006.
 
Il museo della civiltà rurale e artigianale inaugurato nel settembre 2014.