STORIA

Montefalcone nel Sannio, suggestivo comune dell’entroterra molisano, conta attualmente 2115 abitanti. Il paese, pur avendo risentito di un forte flusso migratorio, negli ultimi anni ha registrato una ripresa demografica e lavorativa grazie alla nascita di imprese artigianali, ad iniziative di valorizzazione del territorio.La realizzazione della fondovalle del Trigno , permettendo agevoli collegamenti con la costa adriatica e tirrenica, gli ha consentito di uscire dal suo lungo isolamento. Montefalcone nel Sannio, si estende sul fianco del monte “La Rocchetta”, oltre i m. 659  sul livello del mare, è circondato da un paesaggio naturale vario e pittoresco: l’ampia vallata del Trigno, la pineta e i boschi lussureggianti, il lago naturale, il maestoso massiccio della Maiella, il mare Adriatico con le Isole Tremiti. Il paese abbarbicato al monte con i caratteristici vicoli che si arrampicano in ripide scalette verso la verde  e salubre pineta, conserva molto del suo fascino antico con le case e i portali in pietra locale. Ricco di viti, olivi e alberi da frutta, offre al visitatore la possibilità di immergersi in un ambiente naturale non contaminato dal dinamismo della civiltà industriale. A questo si deve raggiungere  un importante patrimonio storico, archeologico e culturale testimonianza di un passato operoso e tutto da riscoprire. Montefalcone avrebbe avuto origine da Maronea, località individuata sul monte La Rocchetta, Santuario-fortezza, recinta di mura poligone, abitata dagli osco-sanniti nei secoli VI, V e IV a.C. Lo storico romano Tito Livio cita negli Annales libri ab Urbe Condita,  Maronea come teatro di scontri e soste dell’esercito di Annibale in marcia verso Canne (216 a.C.). Ancora oggi sul monte La Rocchetta sono visibili resti di mura ciclopiche-pelasgiche. Mancano notizie certe sulla storia di Montefalcone fino al periodo angioino quando diventò feudo della famiglia Cantelmo, alla quale seguirono altre nobili famiglie. Da questo momento seguirà le sorti del Regno di Napoli fino all’unificazione del regno d’Italia.
 
Cosa vedere:
 
La chiesa di San Silvestro Papa, di cui non si sa con precisione l’anno della costruzione, andata distrutta da un incendio nel 1702, fu ricostruita nel 1732. In stile neo barocco, a tre navate e a croce latina, presenta un campanile probabilmente risalente, almeno nella parte inferiore, all’anno mille ed un interessante portale in stile gotico, proveniente dall’antica Chiesa del Convento di San Giso, di cui non esistono resti, e che si trovava nei pressi di monte Mauro. Di rilevante pregio artistico è l’organo con cassa in oro zecchino, di scuola napoletana, probabilmente del seicento, ritenuto uno dei più antichi del Molise. Sotto la chiesa si trova l’antica cripta di Santa Caterina che originariamente presentava una duplice gradinata; ancora oggi si possono ammirare le bellissime colonne in pietra. Nel 1977 la chiesa fu decorata da tele del pittore molisano Leo Paglione.
 
La chiesa della Madonna delle Grazie e il Convento dei Cappuccini furono costruiti nel 1621 per volere del Marchese Alessandro del Gallo, feudatario di Montefalcone nel Sannio. La facciata della chiesa è molto semplice con una lunetta e un finestrone che illumina tutto l’interno. Originariamente  a tre navate, è ora ridotta alla sola navata centrale. Molto bello l’altare maggiore in noce e acero, intarsiato con motivi a fiori e uccelli. Il tabernacolo è sorretto da colonnine con capitelli corinzi. Sull’altare c’è un bellissimo dipinto, una tela molto grande, raffigurante la Madonna delle Grazie che allatta il Bambin Gesù, circondata da Angeli e Santi. La tela è attribuita al celebre pittore napoletano Scipione Cecere, vissuto nel 1700, allievo del Murrillo. A destra della chiesa fu costruito il Convento, che era abitato da frati Cappuccini. Era formato da una ventina di stanze disposte intorno a un chiostro. Adiacente al Convento, c’era un terreno detto “l’orto dei monaci”, coltivato dagli stessi religiosi. Durante il periodo napoleonico i frati cappuccini furono cacciati e l’edificio fu concesso in uso al Comune di Montefalcone che lo utilizzò, in seguito, come Caserma dei Carabinieri, con annesso carcere e più recentemente come locali della Scuola Media. L’orto fu diviso tra i privati. La chiesa ora appartiene alla Parrocchia.
 
Il Palazzo Ducale costruito, probabilmente, intorno al sec. XVIII, ha subito nel corso degli ultimi anni profondi cambiamenti. Di stile vagamente neoclassico, a pianta quadrangolare, era originariamente circondato da mura con quattro torri, una delle quali ancora esistente. Sulla facciata principale spicca ancora lo stemma gentilizio della famiglia Coppola di Canzano, feudatari di Montefalcone, per volere dei quali fu fatto costruire. Quasi sicuramente il palazzo è stato edificato su un altro preesistente, risalente al XIV sec. Questa ipotesi è confermata dal fatto che  nel 1700 certamente non poteva esistere al centro del paese un’area edificabile così estesa. Successivamente la proprietà passò alla famiglia dei Petrella che lo divise in vari appartamenti vendendoli ai privati. Alla fine degli anni quaranta Mons. Vittorio Cordisco comprò gran parte del Palazzo destinandolo a Casa di Carità, gestita dalle Suore Francescane della Carità, ordine da lui stesso istituito nel 1948.