STORIA

I primi insediamenti nel territorio dell’attuale Castropignano, secondo recenti studi, si può far risalire alla tarda età del bronzo (1400-1300 a. C.). Essi erano localizzati nei pressi del “Cantone della Fata”. Successivamente (V- IV a. C.)  nella stessa zona si insediarono gruppi di pastori sanniti che vi edificarono diverse opere in elementi megalitici (mura di contenimento e difesa). In epoca medievale divenne feudo e fu dominato dai Longobardi e poi dai Normanni con Guglielmo di Castropignano a cui successero Giuliano e Vico la cui figlia Clarice andò in sposa a Giovanni D’Evoli barone di Frosolone che dopo la metà del ‘300 divenne conte di Castropignano. La famiglia D’Evoli dopo l’ottenimento del titolo ducale regno in Castropignano fino alla fine del ‘700. Nel 1799 fu assegnato al Dipartimento del Sangro e nel 1807 al distretto di Isernia in qualità di capoluogo di Governo. Nel 1811 fu trasferito nel distretto di Campobasso. La frazione di Roccaspromonte, distante 4 Km da Castropignano, un tempo aveva amministrazione propria ed era chiamata Rocchetta. Nel secolo XVI fu feudo dei Filomarino, che ne furono signori dal 1586, per passare poi alla famiglia De Curradis di Casalciprano. Nel 1648 ne era feudatario Francesco Sebastiano. Dal XVII secolo sino all’eversione della feudalità fu dominio dei De Leto di Casalciprano.
 
Cosa vedere: 
 
Si può ammirare lungo la sommità del castello D’Evoli, una cinta di “mura megalitiche” del V-IV sec. a.C. edificata da popolazioni sannite. Il castello normanno (metà del XII sec. circa) fu acquisito ed ampliato dai D’Evoli. Di esso si possono ammirare gli imponenti ruderi delle mura perimetrali, il maestoso arco d’ingresso e diversi ambienti restaurati. Non distanti si trovano i principali edifici di culto. La chiesa madre (1822) è un imponente edifico a tre navate su massicci pilastri con cappelle laterali e volte a botte. L’alzato è in stile neoclassico con numerosi stucchi e affreschi, trabeazioni e cornici dello stesso stile. A pochi passi sorgono due chiese trecentesche: San Nicola (sconsacrata) e San Salvatore, che hanno entrambe arcate a sesto acuto su pilastri. A San Salvatore spiccano l’arco d’ingresso con motivi floreali, vegetali e protomi animali e due acquasantiere riccamente scolpite con impresso lo stemma ducale dei D’Evoli. Uscendo dal centro storico attraverso l’arco de “La Porta” che reca anch’esso sulla chiave di volta lo stemma ducale, si incontra una croce viaria seicentesca su colonna posta su leone stiloforo e plinto modanato. Proseguendo lungo Via Umberto I si incontra la pregevole chiesa cinquecentesca di Santa Maria delle Grazie raro esempio di architettura rinascimentale in Molise. Edificata ad opera del duca Vincenzo D’Evoli, presenta un portale ad arco con conchiglia inscritta e colonne ioniche addossate sostenenti una trabeazione classica che lo incorniciano. Lo sovrasta una grande finestra classica con cornice e mensoloni che internamente da luce all’ambiente ad aula. All’interno troviamo numerosi affreschi, preziosi stucchi un tempo verniciati in oro zecchino, e la statua cinquecentesca della madonna anch’essa decorata in oro. Sempre su Via Umberto I troviamo nei pressi del Parco della Rimembranza e sul tratturo Lucera-Castel di Sangro la chiesetta seicentesca di Santa Lucia. Sul lato sinistro della facciata è incastonata una lastra di pietra con in bassorilievo un fascio littorio di epoca romana. Completano la facciata una finestra catalana che sovrasta un semplice ingresso quadrangolare e una crocifisso  romanico che lo sovrasta. Nella frazione di Roccaspromonte si può ammirare la chiesa trecentesca di Santa Maria della Pietà con due navate (centrale e laterale) caratterizzate da archi a sesto acuto su pilastri che sostengono capriate lignee. I pilastri hanno dei dipinti raffiguranti angeli recentemente restaurati. Infine poco prima di raggiungere l'abitato di Castropignano è stato riattivato il sentiero che conduce alla Grotta di San Michele.