Il Parco delle Morge: un esempio di valorizzazione riuscita.
di Laura D'Amore (Corso di Laurea in Scienze Turistiche- Unimol)
1. Cos’è il Parco delle Morge?
Emblema di un progetto volto a valorizzare e sfruttare le risorse molisane è sicuramente il Parco delle Morge, un’idea recente nata per incrementare il turismo nei piccoli borghi coinvolti, tutti caratterizzati dalla presenza di una morgia, ovvero di un emergenza di calcare ed arenaria che spunta dal terreno. Le morge sono infatti delle pietre enormi antichissime, di diverse forme e dimensioni, che da sempre sono state sfruttate come supporto per insediamenti abitativi e sono state lavorate dall’uomo che vi ha scolpito scale, vasche, grotte, forni. Il Parco delle Morge è un progetto tutto molisano scaturito nell’ottobre del 2014 da un’idea di Roberto Colella e Davide Vitiello, due giovani decisi a provare a mettere in pratica quello che avevano studiato: individuare una risorsa poco nota e potenzialmente interessante a fini turistici e provare a valorizzarla .
Il Parco parte da un protocollo costituito inizialmente da tre comuni (Pietracupa, Salcito e Trivento), per giungere a comprenderne attualmente ben dieci. Pietracupa rappresenta il comune capofila, mentre la sede del Parco è a Trivento. Gli altri comuni coinvolti sono Castropignano, Limosano, Oratino San Biase, Sant’Angelo Limosano, Montefalcone, Roccavivara e Salcito. L’Associazione “Centro studi storici e sociali V. Fusco” da cui è scaturita l’iniziativa del Parco, è partita dall’idea di dover puntare a un prodotto turistico destinato a generare un turismo di nicchia piuttosto che un turismo di massa. E d’altro canto, come già osservato, il Molise per le sue caratteristiche si presta più a un turismo “per pochi”. Per questa ragione si è voluto puntare sulla valorizzazione di elementi naturali tipici di alcuni paesi conviti che si potesse risollevare la loro economia.
Abbiamo intervistato Roberto Collella per capire meglio quale fosse la risorsa “nascosta” da valorizzare attraverso la costruzione di un Parco. “Il Parco delle Morge – ci ha risposto Colella - si fonda su di una peculiarità della natura di alcuni comuni del territorio molisano e consente la salvaguardia e la valorizzazione non solo di un pezzo di natura incontaminato, ma anche di un pezzo della storia delle comunità circostanti. Da ciò derivano i risvolti culturali del Parco. Un primo obbiettivo, in un progetto come quello da noi ideato e condiviso con i sindaci dei Comuni interessati, consiste nella necessità di tutelare un patrimonio naturale e storico nella sua articolazione fisica, strutturale e funzionale”. La valorizzazione turistica diventa quindi un corollario di questo primo obiettivo.
L’itinerario turistico, attualmente proposto, comprende paesi che presentano ovviamente delle morge, e prevede di coinvolgere nella loro valorizzazione le risorse locali, (guide turistiche, istruttori di free climbing, et,) il tutto con l’aiuto e il supporto di operatori turistici locali e non.
E’ interessante riprendere quelli che sono gli obbiettivi dichiarati nell’accordo preso fra i comuni del Parco al fine di garantirne, non solo il funzionamento attuale, ma anche i successivi, auspicati, sviluppi:
“Nelle more della costituzione del parco le parti si impegnano a costruire un più ampio partenariato con lo scopo di progettare, far finanziare e realizzare alcune azioni di sistema che interessino l’intera comunità, in particolare nei seguenti settori:
- Il recupero di valori, memorie e saperi locali, la valorizzazione di beni culturali nascosti e dimenticati, e delle risorse ambientali ed enogastronomiche.
- Attività formative e di animazione sociale finalizzate allo sviluppo di reti collaborative e di cooperazione (consapevole) fra operatori sia dell’ospitalità che delle produzioni tipiche e di qualità della valle, allo scopo di migliorare nettamente le economie di scala e generare un impatto più promettente in termini di sbocco di mercato” .
I comuni coinvolti sono nel Parco hanno ognuno una storia e un patrimonio culturale da valorizzare.
Pietracupa: il nome indica una roccia costituita da concavità cupe, infatti nel 667 alcuni latini si ripararono nelle grotte della Morgia dall’arrivo dei bulgari nella regione. Qui sorse nell’anno 1000 un castello longobardo. Le grotte furono anche l’abitazione dei monaci prima del VI sec. D.C., costretti poi a trasferirsi altrove. La principali attrazioni sono sicuramente le chiese presenti in paese. La chiesa rupestre del 1200, dove ammirare il crocifisso del 1500 e la macina di un antico mulino che funge da altare; la chiesa parrocchiale del 1600, che presenta le statue lignee del ‘700 realizzate da Di Zinno (lo stesso dei Misteri di Campobasso); la Chiesetta di San Gregorio con i suoi dipinti. Degni di interesse sono anche il Museo Civico dei Ricordi dedicato ad antichi mestieri, costumi, tradizioni e il Museo della Rupe.
Salcito: il nome deriva dalla natura idrogeologica del terreno, che presenta infatti numerose sorgenti. Da Salcito è possibile ammirare uno spettacolare panorama su Bagnoli del Trigno, Pietrabbondante, Poggio Sannita, Agnone, Schiavi d'Abruzzo, Belmonte del Sannio e in lontananza Capracotta. Il Palazzo Baronale, appartenente alla famiglia Caracciolo, domina su tutto il territorio ed è posizionato tra a Chiesa di San Basilio Magno e la "Chiesa Nuova". La Chiesa di San Basilio Magno è del 1500, mentre del 1653 è la Cappella del Carmine e della Madonna di Costantinopoli.
Trivento: è una zona abitata fin dai tempi più antichi, già dal paleolitico. Fu abitata dalla popolazione osca e fu il centro più importante per i Sanniti Pentri. L'Antico centro é menzionato in una cronaca del Medioevo come "Castrum" e questo lascia supporre che fosse ben munito di fortificazioni. Il monumento principale è sicuramente la cattedrale dedicata ai Santi Nazario, Celso e Vittore. Molteplici sono stati i restauri; l'altare maggiore, datato al 1743, è in marmo e presenta delle piccole sculture. Per quanto riguarda la cripta del XI-XII secolo dedicata a San Castro, la tradizione vuole che sia edificata su un tempio dedicato a Diana. Sull'altare vi è una lunetta in pietra, del XIII secolo, con bassorilievo rappresentanti la Trinità, fiancheggiata da due angeli e due delfini. Tra le sculture lignee di particolare importanza è una Madonna in trono del XIII secolo.
Limosano: si ritiene che il suo abitato sia anteriore al X secolo. La zona antica sorge su una collina tufacea invece la zona recente ai piedi del palazzo ducale e rappresenta il tipico modello medievale. Lo stemma locale raffigura una torre alla cui sommità convergono tre comete, simboleggianti la triade S.Angelo Limosano, Limosano e Ripalimosani. Sopra una rupe, il Palazzo Marchesale di epoca medievale, adiacente alla chiesa di Santo Stefano Protomartire, era la casa dei nobili del paese. Importanti sono anche la chiesa di S. Maria Maggiore, con la cripta contenente mummie scheletriche appartenente forse a vescovi, la Chiesa di san Francesco d’Assisi, il museo della civiltà rurale e artigianale.
Sant’Angelo Limosano: Il Castello è sorto nella seconda metà dell’XI secolo, probabilmente dopo la creazione della diocesi di Limosano a sua protezione. Il piccolo borgo medievale è posto su un colle e gode di una vista panoramica che va dalle Tremiti alla Maiella. Gli edifici più significativi sono sicuramente quelli sacri: il piccolo edificio del XVIII dedicato a San Rocco, la chiesa del XII dedicata a Santa Maria Assunta in Cielo, il Santuario della Madonna delle Stelle.
San Biase: probabilmente il nome deriva da un romitorio intitolato a S. Biagio, intorno al quale nacque il villaggio. Dal belvedere del borgo antico è possibile ammirare il tipico paesaggio naturale molisano. Al centro del paese si trova la chiesa di Santa Maria dell’Acquabona e la croce viaria in pietra.
Montefalcone del Sannio: è un paese che ha subito forti flussi migratori ma che piano piano sta conoscendo una ripresa demografica grazie alla nascita di imprese artigianali e progetti volti a valorizzare il territorio. Il paese è posto accanto al monte “La Rocchetta” e gode di spettacolari paesaggi naturali: la vallata del Trigno, la pineta e i boschi, il lago naturale, il massiccio della Maiella, il mare Adriatico con le Isole Tremiti. Il suo ambiente naturale è caratterizzato da olivi, viti, frutteti, mentre il suo patrimonio storico mostra il passato del paese, abitato dagli osco-sanniti. Di interesse artistico è sicuramente la chiesa di San Silvestro Papa, in stile neo barocco, con campanile risalente all’anno 1000, porta gotica e l’organo in oro zecchino. La chiesa della Madonna delle Grazie e il Convento dei Cappuccini furono costruiti nel 1621. Durante il periodo napoleonico i frati cappuccini furono cacciati e il convento fu concesso in uso al comune di Montefalcone.
Roccavivara: le prime civiltà si stanziarono qui in periodo protostorico e ciò è testimoniato dal ritrovamento di reperti archeologici. Ancor più ricca è la testimonianza del periodo romano, con la presenza di due ville rustiche. Roccavivara prende probabilmente il nome dal suo primo feudatario, tale Bannario; altra ipotesi deriva da Rocca di Vivara, dal nome della contrada situata nei pressi del borgo; o ancora Roccavivarium, dal termine vivarium corrispondente a magazzino o riserva di caccia. Santa Maria del Canneto sorge vicino il fiume Trigno, nella zona dove, in periodo romano, era presente una villa rustica. La parte più antica della chiesa è l'abside centrale, costruita con pietre grezze; la base presenta blocchi con pezzi di trabeazioni e basamenti di edifici romani. La villa rustica di Canneto, invece, era destinata alla produzione di vino e olio e fungeva anche da abitazione. La villa era munita anche di terme e inoltre vi si svolgeva la produzione di oggetti in terracotta e macinazione dei cereali.
Oratino: questo piccolo paese nei pressi di Campobasso è importante soprattutto per i ritrovamenti archeologici. Il comune ha infatti una storia millenaria: nella zona La Rocca, la presenza dell’uomo risale all’epoca preistorica. In quest’area c’è un masso roccioso che presenta resti di strutture antropiche di varie epoche: età del Bronzo Medio, XIV-XIII sec. a.C, età del Bronzo Recente. Dal borgo è possibile ammirare uno dei più bei panorami molisani, che va dai paesi dell’Alto Molise sino all’Abruzzo meridionale. La Chiesa di S. Maria Assunta è situata nel centro storico di Oratino. Non si ha memoria della sua fondazione che deve certamente risalire ad epoca antichissima presumibilmente coincidente con la nascita stessa del borgo medievale. Il primo documento conosciuto che ne riporta la presenza è l’inventario del 1251.
Castropignano: i primi insediamenti del paese risalgono alla tarda età del bronzo ed erano localizzati nei pressi di “Cantone della Fata”. Lungo la sommità del castello D’Evoli si può ammirare una cinta di “mura megalitiche” del V-IV sec. a.C costruita dai sanniti. Nelle vicinanze ci sono la chiesa madre e le chiese trecentesche San Nicola e San Salvatore. Altre importanti chiese site nel borgo sono Santa Maria delle Grazie, Santa Lucia e Santa Maria delle Pietà.
Il Parco delle Morge già nei pochi anni di vita ha dimostrato di essere in grado di coinvolgere soprattutto due tipologie di turisti: gli studenti e gli sportivi. Sono state infatti attivate con successo sia attività didattiche destinate a cogliere la domanda del turismo scolastico, per ora prevalentemente locale, sia attività/eventi sportivi per gli amanti degli sport all’aria aperta (ad oggi il parco ha contato oltre 5000 visite, in due anni di vita). Gli sportivi possono cimentarsi nell’arrampicata sportiva o nel trekking con mountain bike. Ai più giovani sono invece dedicati i laboratori didattici di storia, di archeologia e di avventura pionieristica, per imparare a vivere e costruire i ripari e rifugi come i veri briganti, che coinvolgono soprattutto piccoli amanti della storia, desiderosi di conoscere i nostri avi e strumenti antichi. E ancora il laboratorio didattico di orienteering, il laboratorio sulle erbe ufficiali del Parco, con passeggiate alla ricerca di erbe officinali e erbe utilizzate nella cucina locale, soprattutto per gli appassionati di ricerche scientifiche e della natura, con i suoi alberi, piante e frutti. Infine il laboratorio di fauna selvatica e animal tracking, per osservare dal vivo e toccare i numerosi animali presenti nei nostri boschi, da veri boy scout, per creare un rapporto diretto con animali spesso temuti ma invece del tutto innocui.
Tra le attività più di successo troviamo il parapendio. In effetti la Morgia di Montefalcone era stata utilizzata, già prima degli anni 80, da alcuni appassionati di deltaplano. Dal monte La Rocchetta fino a Castelmauro si estende, infatti, un costone di 10 chilometri da cui è possibile decollare sia dal versante sud che da quello nord. Una volta in volo puntando verso sud ed il mare è possibile raggiunge facilmente l'Appennino pugliese sorvolando Castelmauro, Guardialfiera e il suo lago, Casacalenda, Collotorto arrivando sino al ago di Occhito. In direzione nord-ovest invece è possibile raggiungere i monti della Majella.
Tra le varie attività proposte in questi anni con un discreto successo c’è poi l’Archeolab: attività strutturate come laboratori di ricerca; l’obiettivo è introdurre i ragazzi allo studio dell’archeologia, fornire nozioni di storia dell’arte, archeologia e storia, sensibilizzare i ragazzi alla valorizzazione e tutela del patrimonio culturale.
Sono modi dunque per appassionare i ragazzi, per far nascere nuovi passatempi e curiosità, per renderli partecipi in iniziative importanti per la loro regione, quella in cui si spera dovranno vivere e in cui dovranno lavorare. L’importante è che imparino da subito ad amarla ed apprezzarla e che contribuiscano nella sua lenta crescita. È necessario partecipare, esserci, divulgare.
1.1 Intervista a Roberto Colella, ideatore e attuale project coordinator.
Una fredda mattinata di dicembre ho avuto il piacere di incontrare e fare due chiacchiere con Roberto Colella, uno dei fondatori del Parco delle Morge. A parlare è uno di quelli che ce l’ha fatta, che è riuscito a coronare un sogno e renderlo realtà, di chi è riuscito nel proprio piccolo a immettere un pezzo del Molise in itinerari turistici. Colella mi ha spiegato che il tutto è nato da un progetto privato, senza godere di alcun finanziamento. È proprio per questo che sono state necessarie la fiducia in sé stessi, la costanza e la buona volontà.
Hanno potuto contare però sull’università del Molise, che partecipa al progetto, e su pochi altri. L'Università del Molise, con decreto rettorale del 28 Maggio 2015, ha ufficializzato l'adesione alla Comunità del Parco delle Morge Cenozoiche del Molise. Con lo stesso provvedimento, il Rettore ha individuato quale referente, la prof.ssa Monica Meini, presidente del Corso di Laurea in Scienze turistiche dell'Università del Molise.
Nel frattempo, il Parco ha avviato la realizzazione del sito internet, grazie a un piccolo contributo offerto dalla Banca Popolare delle Province Molisane. Il Presidente della banca Luigi Sansone ha deciso di venire incontro all'idea progettuale di Roberto Colella e Davide Vitiello e di sponsorizzare la realizzazione del portale, a cui sta lavorando il giovane informatico molisano, Francesco Bonomolo. In via di completamento anche la cartografia del parco, realizzata dalla geografa romana Valentina Paoletti .
“Il Parco è nato grazie a un’associazione, “Centro studi storici e sociali V. Fusco”, ma è stato promosso da agenzie di viaggio, attraverso le quali viene fatto conoscere e inserito in circuiti turistici più ampi” mi ha spiegato Roberto Colella, mentre elencava nel dettaglio le attività del Parco e i progetti per il futuro.
Per merito del Parco tanti piccoli comuni molisani sono riusciti a farsi conoscere: grazie alla morgia, che viene proposta suggestivamente ai turisti, è stato infatti possibile far conoscere un ricco patrimonio culturale composto come si è visto di chiese, palazzi ma anche tradizioni e cultura. Ovviamente c’è stato bisogno di una collaborazione fattiva di tutta la comunità, della volontà di farsi strada per incrementare l’economia e al contempo imparare ad apprezzare ciò che la regione ha a disposizione. Infatti “l’obbiettivo del Parco è quello di sfruttare gli elementi naturali per risollevare l’economia delle aree interne della regione, oggi marginali e depresse” come afferma lo stesso Colella.
Con la costituzione del Parco delle Morge si è riusciti a mio avviso a realizzare almeno in parte il progetto iniziale dei promotori dell’iniziativa: rivitalizzare l’economia dei paesi coinvolti. Oggi ognuno dei comuni che fa parte del Parco si è dotato di alberghi, B&B, ristoranti e di negozi in cui vengono promossi i prodotti locali. Dunque un passo avanti, uno spiraglio di luce per piccoli paesi fino ad oggi dimenticati non solo dai turisti ma dagli stessi molisani. Certo c’è ancora molto da fare perché avere strutture recettive accoglienti, servizi per i visitatori, non basta ad attrarre visitatori e a rivitalizzare l’economia locale. Ma certo è un passo importante.
L’intera area del Parco è gestita in ciascun paese da cooperative. Ogni paese ha dunque aziende, imprese, guide turistiche, associazioni che si occupano delle varie attività e dell’accoglienza dei turisti e visitatori (vedi ad esempio Terramadre o Morgia dei Briganti di cui si parlerà più avanti).
Roberto Colella mi ha spiegato anche che ogni zona del Parco è facilmente raggiungibile, grazie alla presenza di un’efficiente cartellonistica. Importante è poi la varietà di tutte le attività che all’interno del Parco è possibile praticare; già sono state citate le attività sportive, didattiche cui poter partecipare ma non vanno dimenticate neanche le attività esperienziali, naturalistiche, gastronomiche che vengono proposte al turista di passaggio.
Stiamo parlando di un progetto molto recente, ma che ha riscosso un notevole successo. Infatti al Bit di Milano sono stati esposti dallo stesso Colella e dai suoi collaboratori, dei pacchetti turistici dedicati allo sport, mirati a un target giovane. Ciò su cui puntano infatti è far conoscere il Molise ai ragazzi, agli amanti dell’avventura e dell’autentico, sportivi e curiosi, che potrebbero scoprire nel Molise una fantastica regione da esplorare e da vivere, perché a parole non lo si crede, oppure non lo si immagina nemmeno cosa possa presentare.
I vari pacchetti che il Parco offre: “sono pacchetti vari che interessano dai più grandi ai più piccoli visitatori” Mi dice Colella e aggiunge: “Collaboriamo già attivamente con le scuole, per coinvolgere i bambini alla ricerca, alla passione per la storia e per la terra. Ci sono poi i giovani, che prediligono gli sport più “estremi” e le escursioni. E gli anziani, amanti del relax, della buona cucina molisana, e dell’aperta campagna, che quindi prediligono i percorsi naturalistici e le visite guidate nei borghi.”
È questo, secondo il nostro entusiasta interlocutore, l’aspetto più interessante del Parco: esso presenta talmente tante attrattive che chiunque lo visiti può scoprire qualcosa di interessante da fare; nessuno può rimanere deluso e i visitatori di tutte le età vi potranno scoprire qualcosa di nuovo.
Se prima il Molise era una regione frequentata soprattutto per il turismo balneare e in parte per quello montano, oggi c’è dunque una nuova possibile meta, un’alternativa, che dovrebbe condurre il turista a scoprire anche l’entroterra. Il Parco delle Morge utilizzando le parole stesse dei suoi ideatori è come un grande masso che è stato posto al centro di un nuovo tipi di turismo, un nuovo modo per attrarre visitatori, unendo tutte le peculiarità e le tipicità che solo il Molise può offrire.
Ed è stato proprio il Parco delle Morge a suscitare interesse anche nei visitatori non molisani (e in taluni casi non italiani).
Mi piace citare il caso di un gruppo di turisti provenienti da San Giorgio a Cremano, cittadina in provincia di Napoli, che dopo aver visitato il Parco ha deciso di promuovere una sinergia tra la loro città e Limosano. Il legame è stato rinvenuto nella figura di Igino Petrone, giurista e filosofo nato a Limosano e morto a San Giorgio a Cremano. A breve i due comuni sottoscriveranno un Patto di Amicizia. Questo gruppo di turisti ha approfittato dell’occasione per visitare Pietracupa, la suggestiva località Tre Monti a Fossalto, dove hanno degustato anche prodotti tipici, e infine Limosano, con visita al Museo Storico della Civiltà Rurale e Contadina. È questo solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare, di turisti che hanno scoperto il Molise proprio grazie alla visita al Parco e che, ormai affezionati, tornano con piacere e lo consigliano ad amici e parenti, per far sì che il progetto possa crescere, svilupparsi, durare.
In questo modo il Molise c’è, il Molise esiste.
1.2 Intervista a Luigi Ciccarella, proprietario dell’agriturismo “la Morgia dei Briganti” e ideatore di uno dei percorsi naturalistici del Parco.
Parlo telefonicamente con Luigi Ciccarella, proprietario dell’Agriturismo “Morgia dei Briganti” e responsabile del percorso naturalistico presso Morgia Pietravalle, a Salcito, uno dei comuni del Parco. Luigi Ciccarella ha aperto nel 2007, in una campagna del suo paese natale, un agriturismo, dove si impegna nel garantire la massima qualità dei prodotti gastronomici offerti, tutti molisani. Fino ad oggi i suoi clienti si sono sempre dichiarati soddisfatti e sono tornati spesso di nuovo da lui. Il suo percorso naturalistico di cui si occupa è invece nato dalla sua passione per il paesaggio in cui è cresciuto. Il percorso è stato finanziato con fondi europei nel 2012 ed inaugurato nel 2015, prima del Parco di cui poi è entrato a far parte. “Il percorso è di circa 400 metri e va dall’agriturismo sino alla morgia; c’è una guida che spiega tutto, dalle caratteristiche del territorio sino a quelle della morgia” ha affermato Ciccarella, aggiungendo poi, che le visite guidate sono ovviamente organizzate quando c’è un certo numero di visitatori che prenotano.
È stata una cosa difficile da realizzare, oltre ai lati positivi ha raccontato anche quelli negativi, le porte chiuse in faccia, i vari tentativi, il tempo che ci è voluto. Ma con costanza e forza di volontà è riuscito a ottenere ciò che voleva, a fare un buon lavoro e a realizzare il suo sogno. Voleva restare nel suo paese, non sentirsi costretto ad abbandonarlo per cercare fortuna altrove, voleva soprattutto fare qualcosa per il suo paese, rendendolo noto, facendone conoscere la bellezza anche al di fuori dei confini regionali. Così ha intrapreso la sua strada, quella che lo ha reso un imprenditore fiero del lavoro fatto. “Ci vuole tanto spirito di iniziativa, il coraggio di inventarsi nuove attività, la voglia di lavorare insieme agli altri scambiandosi idee e sostenendosi a vicenda, ma soprattutto è necessaria tanta forza e molta determinazione”. In questo modo incita i più giovani a non mollare, a non abbandonare una regione, già da troppi abbandonata, a rendersi conto delle bellezze che il territorio offre ma che non sono ancora sfruttate.
È entusiasta di poter collaborare con il Parco delle Morge, e di aver conosciuto persone come Colella, un giovane, dice, “determinato e intraprendente, che fa i fatti, non solo le parole”.
Ciccarella sostiene che in Molise ci sono tantissimi progetti che potrebbero funzionare (Strade del Vino, Citta dell’Olio), ma che sono lasciati lì, a loro stessi. Sostiene che dovrebbe partire in primis dall’amministrazione e anche da noi molisani la consapevolezza e la volontà di poter far di più e di aiutare a crescere la regione da un punto di vista economico e turistico. Ma in questo probabilmente siamo un po’ pigri, o semplicemente non ci interessiamo.
“Abbiamo il buon cibo, il vino, la storia, l’architettura, l’archeologia… abbiamo tutto, non ci manca nulla. Non dobbiamo invidiare nulla alle altre regioni” afferma Ciccarella, spesso manca solo la volontà di far funzionare le cose. È lo stesso amore che lo invoglia ad andare avanti nei suoi progetti, a proporre cose nuove per il Parco e per il suo paese. Altri progetti, altre attività da poter proporre per attrarre sempre più turisti. Se altrove risulta più facile, in Molise l’impresa è sicuramente più ardua, ma c’è chi non molla. Si dice soddisfatto del suo lavoro e di ciò che fa, della gente con cui entra in contatto e dei suoi clienti che gli regalano soddisfazioni, e soprattutto delle persone che vengono a scoprire il Molise e ne restano meravigliate. Ama il Parco delle Morge, ammira ciò che sono riusciti a fare e le tante novità che ha apportato in Molise, dalle attività didattiche sino a quelle sportive.
Da questo punto di vista è stato importante sentire il suo punto di vista, parlare con lui. Per capire meglio le difficoltà che si affrontano in una regione che abbiamo finora analizzato, così ricca ma al contempo così indietro rispetto al resto d’Italia. Una regione che, come già detto precedentemente, sa cosa può dare e offrire, ma spesso preferisce stare ferma e non fare nulla, perché probabilmente “si sente bene” così. Ci vuole dunque una spinta come questa di Ciccarella, qualcuno che ci invogli, che ci inciti a non mollare e a non fuggire via, ma a restare, restare perché possiamo ottenere molto dal Molise e noi possiamo regalargli tanto.
1.3 Intervista a Giuseppe Gallo, proprietario dell’Azienda agricola “Terra Madre” e ideatore di uno dei percorsi di turismo esperienziale del Parco
Per concludere la mia “scoperta” del Parco delle Morge, parlo con Giuseppe Gallo, un ragazzo intraprendente e molto in gamba ed entusiasta di ciò che fa. Mi spiega che è laureato in architettura, ma che dopo gli studi ha deciso di lavorare nella sua azienda di famiglia, ristrutturandola e rinnovandola a suo modo. È un’azienda agricola, Terra Madre, situata nel comune di Salcito, non lontana dalla Morgia Dei Birganti di Ciccarella. Ciò che fa questa azienda è del tutto nuovo e interessante: qui avviene la produzione e la vendita di beni biologici, ma si parla soprattutto di prodotti nuovi, frutti e legumi mai coltivati in Molise o addirittura in Italia (come ad esempio i frutti di bosco).
“Terra Madre” è la continuazione di un’azienda agricola a conduzione familiare presente sul territorio fin dall’800. Situata nel cuore del Parco delle Morge, in Molise, nei comuni di Fossalto e Salcito, coltiva circa 30 ettari, distinti tra cereali e legumi, aromi naturali e verdure, frutti di bosco, mele, ciliegie, amarene, ulivi e vigneti.
“Coltiviamo esclusivamente in modo biologico per rispettare il territorio e salvaguardare l’ambiente e garantire ai consumatori prodotti di qualità eccelsa e dal gusto inconfondibile.
Le nostre linee di produzione sono sempre alla ricerca di prodotti nuovi nel rispetto della storia e della tradizione ma con uno sguardo attento verso il futuro e l’innovazione.” Un vero e proprio amore per il cibo, la vera passione per la terra. “Si tratta anche di turismo esperienziale”, spiega Gallo, “in prima persona mi occupo dei turisti che vogliono visitare l’azienda; vengono ospitati in una struttura recettiva e poi avviene la visita, la spiegazione e la mostra delle nostre produzioni”. È così che molti curiosi vengono a conoscenza di come curare e coltivare un prodotto, del suo sapore autentico e naturale, del lavoro e la fatica che ci sono dietro. Si svolgono laboratori per famiglie, scolaresche e bambini durante tutto l’anno per imparare tutto ciò che riguarda l’ambiente e il territorio, le tecniche di innovazione e quelle tradizionali, si sperimenta la coltivazione, il raccolto. In questo modo è possibile insegnare a tutti, anche dalla tenera età, come amare e apprezzare i prodotti che la terra ci dona.
Ma intraprendere un viaggio in Molise è una scelta difficile per molti. Non essendo abbastanza conosciuta, i più sono restii ad accettare di raggiungere una meta di cui nessuno ha mai sentito parlare.“Non è facile riuscire a coinvolgere le persone e convincerle a venire in Molise. Alcuni non sanno neanche dove sia collocato in Italia. E i turisti stranieri spesso vogliono sentire solo la parola “Toscana”, parlando della nostra nazione. Alcuni sono titubanti a scegliere di venire qui, eppure quelli più curiosi che si sono decisi e hanno visitato la regione, sono rimasti assolutamente meravigliati”, ci spiega Gallo, che in prima persona e grazie al suo lavoro è riuscito egli stesso a rendere il Molise noto a una buona fetta di persone straniere. Il riscontro dunque è positivo. Nonostante le tante difficoltà a far emergere una regione così ignota, Gallo è riuscito ad attrarre turisti provenienti dall’Inghilterra, dal Canada, dalla California. Alcune di queste sono state le esperienze più lunghe di turismo esperienziale, durate anche due settimane, in cui persone abituate a vivere nelle grandi metropoli americane, hanno esplorato una terra del tutto nuova, hanno avuto contatto con la natura e hanno assistito alla produzione dei nostri prodotti migliori. Riceve anche oltre mille visite e la sua fonte di ispirazione è la Toscana, regione italiana dove ha studiato e dove ogni piccola risorsa viene messa in risalto e valorizzata.
Giuseppe Gallo ha molte idee e progetti in atto: tra un viaggio e un impegno di lavoro, ha anche voglia, lui come gli altri collaboratori, di ampliare il percorso naturalistico di Salcito e di connettere sempre più i vari paesi del Parco, con gite in mountain bike, percorsi a cavallo ecc. Prossimamente, afferma, un importante architetto ha intenzione di condurre degli studenti dell’Università di Roma al Parco delle Morge, e in tale occasione verranno organizzati veri e propri eventi.
Ma gli chiedo come è riuscito a ottenere tanto successo e a radunare turisti provenienti da tutto il mondo.“Lavoro molto su internet, uso il web e Facebook per promuovere la mia azienda e attrarre i turisti”, mi ha risposto. Infatti il turismo esperienziale di Gallo si basa soprattutto sulla promozione delle aree interne attraverso il digitale e il web marketing, di cui si occupa MoliHub, Polo tecnico Giovanile per la ricerca e lo sviluppo del territorio molisano, che si basa su la creatività, l’elaborazione e la condivisione di idee e progetti a beneficio delle realtà imprenditoriali che operano sul territorio regionale. Un esempio è proprio l’azienda Terra Madre che si fonda su un legame inscindibile tra tradizione e innovazione tecnologica. Lo scopo è sempre quello di diffondere e valorizzare il prodotto molisano.
Insomma, tra passato e futuro, tradizione e novità, l’azienda produce i suoi frutti e fa innamorare i visitatori dei suoi prodotti e della sua produzione. Un risultato soddisfacente, per un Molise che ha sempre fondato la sua economia su un’agricoltura.